sabato 27 dicembre 2025

 

ESERCIZIO FERROVIARIO SUL PLASTICO: CAMBIARE SI PUO'

Di cosa parliamo

Nel mio plastico casalingo ho realizzato un “modulo” che ospita un raccordo industriale costituito da una Cartiera. Ho scelto questo tipo di insediamento produttivo perché le merci richieste sono particolarmente varie e ampia di conseguenza la tipologia di carri ferroviari movimentati.

Il modulo di Cartiera è teoricamente amovibile e sostituibile con un altro che rappresenti un diverso sito produttivo. In pratica questo richiede la costruzione da zero di un nuovo modulo, compresa l'ambientazione, ed il suo inserimento, non semplice, nel plastico ferroviario; inoltre, una volta rimosso, il modulo Cartiera andrebbe stoccato in un luogo protetto. Ecco perché, dopo diversi anni, la sostituzione di Cartiera con un raccordo industriale di diversa tipologia di prodotto non è mai avvenuta. Di contro è cresciuta la voglia di poter movimentare merci diverse, possibilmente senza troppe complicazioni.

L'illustre Alfred Edward Perlman diceva “Dopo aver fatto sempre la stessa cosa nello stesso modo per due anni, inizia a guardarla con attenzione. Dopo cinque anni, guardala con sospetto. E dopo dieci anni, gettala via e ricomincia di nuovo tutto.” Gettare no! Forse è possibile innovare facendo qualcosa di semplice, non distruttivo ed efficace allo stesso tempo.

Vi mostro la soluzione che ho adottato per variare la tipologia di merci movimentate sul mio plastico grazie al raccordo industriale, in maniera semplice, non distruttiva e reversibile.

Cartiera e produzione della carta

La riproduzione di un insediamento produttivo è sempre frutto di un paziente lavoro di documentazione sulla catena di produzione. Riassumo a vostro favore i i principi di realizzazione della carta per poter chiarire le merci movimentate in cartiera ed i carri utilizzati.


La materia prima è costituita da carta da riciclare in forma di “balle”, minuzzoli di legno, cellulosa in rotoli o su palette e pasta di legno. Questa viene sminuzzata, purificata delle eventuali impurità presenti e impastata con acqua. Si crea una poltiglia che viene lavorata su una macchina continua che procede alla formazione di un nastro (spesso di enorme lunghezza) ed alla spremitura dell'acqua. Collanti e sostanze di “carica” (minerali come talco, solfato di alluminio, biossido di titanio, caolino, ecc) vengono aggiunte per produrre le caratteristiche di corpo, bianchezza, opacità, ecc, al prodotto. Inoltre prodotti chimici quali sbiancanti ottici permettono di ottenere la “qualità” di bianco della carta. Il prodotto finale è carta in forma di grossi rotoli o fogli (confezionati e pallettizzati) di diverse misure. I carri utilizzati sono di tipo E per carta da riciclare e minuzoli di legno, carri chiusi (tipo F/G/Hb) per cellulosa in rotoli, carri cisterna (tipo Z) per additivi e sbiancanti, carri chiusi (tipo G/Hb) per il prodotto finale. 

Vi allego un'immagine del mio foglio movimenti di Cartiera per i giorni di Lunedì e Martedì, da cui potete prendere spunto.

La dolcezza del cambiamento

Lo spunto per il cambiamento è partito da un gesto quotidiano: la colazione! A me piace particolarmente quella che prevede la degustazione di marmellata di arance amare: da qui è partito l'interesse per la produzione di marmellate e la sua riproduzione sul mio modulo cartiera.

Fin dal XVI secolo la marmellata è stata prodotta su scala industriale per essere commercializzata ed oggi rappresenta una quota significativa del mercato alimentare globale.

La materia prima è la frutta fresca; la buccia ed i semi (quando presenti) vengono rimossi e la polpa ridotta in poltiglia. Vengono aggiunti, a seconda della tipologia e qualità del prodotto finale: acqua, zucchero, addensanti. La massa così ottenuta viene sottoposta ad ebollizione (il processo più delicato) durante il quale si procede inoltre all'acidificazione (con succo di limone o acido citrico o acido tartarico). Il prodotto finale può essere confettura, marmellata, gelatina, crema; in pezzature che vanno dal vasetto pronto per il consumo diretto a secchielli di grande formato (fino a 25 Kg) rivolto alla produzione artigianale/industriale (barattoli e secchielli vanno sottoposti a sterilizzazione prima di essere riempiti).

Nella tab. ho indicato la quantità settimanale di prodotti necessari per l'attività della mia industria di trasformazione agro-alimentare ed i carri utilizzati per la movimentazione.

MATERIE PRIME

Carro

tipo

quantità

Frutta fresca

Frigo

I

3

Agar agar

Chiuso

F / G / H

1

Zucchero

Container

K

1

Acidificante

cisterna

Z

1

Vasetti/Barattoli


F / G / H

2

PRODOTTI




Marmellate industriali

Chiuso

H

2

CARRI MOVIMENTATI

ENTRATA

USCITA

pieni

vuoti

pieni

vuoti

I

3



3

F/G

1



1

H


4

4


K

1



1

Non volendo sostituire l'intero modulo cartiera ho pensato di modificarne l'ambientazione mascherando la zona “cisterne” con un edificio dove avverrà lo scarico dell'addensante e dell'acidificante. Partendo da fotografie di edifici reali, utilizzando il programma di disegno e foto-ritocco Corel Draw ho ottenuto un fabbricato ad hoc, stampandolo su carta comune, ritagliandolo con comune taglierino e incollandolo su cartoncino.

Nelle immagini potete vedere Cartiera e la sua modifica a “Italfrutta”: il risultato non è perfetto ma inganna a sufficienza per poter utilizzare il modulo cartiera nella sua “nuova” destinazione d'uso.

Allego un'immagine del piano binari con le destinazioni dei carri.


Un vernissage?

Un'altra possibile riconversione della tipologia di produzione, addirittura senza apportare alcuna modifica a Cartiera, potrebbe essere la produzione industriale di Vernici.

Le vernici si producono industrialmente a partire da pigmenti di natura organica e/o inorganica, di origine naturale o sintetica. Questi pigmenti possono essere trasportati liberi in forma di polveri o liquidi o confezionati in grossi sacchi o barili. La produzione richiede l'utilizzo di “raccoglitori”, sostanze leganti che hanno la funzione di tenere insieme le particelle di pigmenti, e solventi che “alleggeriscono” l'azione dei leganti definendo le caratteristiche di applicabilità del prodotto. In ultimo gli additivi permettono di definire precisamente le prestazioni della vernice. Il prodotto finito può essere trasportato in fusti di grande capacità o in barattoli pronti per il consumatore finale.

Nel caso di una conversione di Cartiera ad azienda per la produzione industriale di vernici non è necessario cambiare ambientazione. Lo si capisce immaginando un possibile fabbisogno di carri per il trasporto delle materie prime e dei prodotti finiti:

MATERIE PRIME

Carro

tipo

quantità

Pigmenti

Chiuso

F / G

3

Solventi

Cisterna

Z

1

Diluenti

Cisterna

Z

1

Fusti / barattoli

Chiuso

F/G/H

2

PRODOTTI




Vernici

Chiuso / container

H / K

2

CARRI MOVIMENTATI

ENTRATA

USCITA

pieni

vuoti

pieni

vuoti

F/G

5



5

H


2

2


Z

2



2

Questa potrebbe essere la destinazione d'uso dei binari

Conclusioni

In un plastico casalingo, anche se realizzato con modalità costruttive modulari, non sempre è possibile rimuovere e scambiare moduli che ospitano raccordi industriali per variare l'esercizio merci. Una soluzione può essere modificare l'ambientazione con poca fatica, a basso costo ed in maniera reversibile. Spero di avervi stimolato a trovare la vostra strada per accrescere le possibilità di esercizio merci sul vostro plastico ferroviario.


sabato 14 giugno 2025

COMPOSIZIONI...SCOMPOSTE

Nel decennio tra il 1975 ed il 1985 ho avuto occasione, partendo da Brescia, di viaggiare più volte sul treno denominato “FRECCIA DELLA VERSILIA” per andare verso le mete delle vacanze estive o visitare parenti; in memoria di quei piacevoli momenti ho voluto far circolare sul mio plastico (che tra l'altro si ispira alla vecchia stazione di Aulla) questa particolare composizione. Nel post “Gemelli diversi” ho raccontato di come ho realizzato un “Consist address” per far muovere sul mio plastico le Ale 840 e Aln 873, motorizzate, accoppiate tra loro e con le rispettive rimorchiate. Nel presente post torno ad occuparmi di questo treno perché la sua storia e le sue caratteristiche ben si prestano ad una riproduzione modellistica anche su plastici piccoli e casalinghi, nonché a riprodurre un elemento tipico dell'esercizio ferroviario antecedente alla metà degli anni '80, ovvero le carrozze dirette e la composizione di treni con sezioni di diversa provenienza. Alla fine del post torneremo sull'argomento composizioni per segnalarvi una bella iniziativa di ASN.
FRECCIA DELLA VERSILIA, CON AUTOMOTRICI
Pozzo orario 1964 - Pontremolese

La relazione venne istituita come treno periodico estivo il 31 maggio 1959 tra Verona e Viareggio, via Mantova – Piadena – Parma. Già a partire dal 28 maggio 1960 fu prolungato fino a Pisa Centrale e venne introdotta una sezione che partiva da Brescia. Quest’ultima percorreva la linea per Parma incontrando quella proveniente da Verona nella stazione di Piadena: da qui le 2 sezioni proseguivano unite fino a Parma per percorrere la Ferrovia Pontremolese e poi la litoranea da Sarzana fino a Pisa.
Con l’orario estivo del 1964 la sezione bresciana fu instradata sulla linea per Cremona – Fidenza e la fusione delle 2 sezioni fu spostata quindi a Fornovo. Con l’orario del 1971, il treno cessò di essere periodico e venne esteso a tutto l’anno. Entrambe le tratte, da Brescia e da Verona, erano a trazione termica e quindi venivano utilizzate automotrici: generalmente due Aln 773 da Verona e una Aln 773 + un rimorchio (Ln 664) da Brescia. Sull'orario del 1975 è identificato come Espresso 115 da BS e 119 da VR, 120 per VR e 124 per BS.
libro composizioni 1982
Negli anni questa composizione si è modificata: il libro composizioni del 1982 specifica da Brescia due Aln 873 ed un rimorchio Ln 779, il che porta a pensare ad una aumentata richiesta di posti disponibili dal capolinea lombardo e testimonia il successo di questa relazione ferroviaria, e due Aln 873 da Verona. Nel 1984 la linea Brescia – Cremona era ormai elettrificata e pertanto la sezione bresciana iniziò ad essere effettuata con due Ale 840 ed un rimorchio Le 840. Nel maggio 1988, il capolinea tirrenico fu spostato a Livorno per la sola sezione di automotrici elettriche mentre quelle diesel si fermavano a Pisa. Nell'orario è indicata con Exp 837 a scendere e Exp 838 a salire.

A proposito di salire, nel tratto verso nord tra Pontremoli e Grondola Guinadi la pendenza massima della pontremolese è del 28‰ per cui era la norma che i treni diretti verso Fornovo ricevessero aiuto in spinta, generalmente da una E636 che si sganciava nella stazione di Grondola. Non fece eccezione la Freccia della Versilia.

Questa particolare composizione smette di esistere con l'orario invernale 1989: la sezione veronese, diesel, arriva fino a Fornovo dove i passeggeri trovano la coincidenza con la sezione bresciana, effettuata con materiale ordinario, che prosegue per la Toscana. Il motivo è da ricercarsi nell'ordine di sequestro dei mezzi ferroviari del compartimento fiorentino, emesso nel febbraio 1989 dalla Pretura di Firenze, per la presenza di pannelli contenenti amianto e quindi, in conseguenza, la magistratura vieta l'ingresso in Toscana di veicoli, come le Aln 773 ed 883, contenenti pannelli realizzati con materiali cancerogeni.



FRECCIA DELLA VERSILIA DOPO IL 1990

Con l'orario 1993 la sezione veronese non esiste più, il treno origina da Bergamo e raggiunge, via Brescia e Fornovo, il capolinea che rimane attestato a Livorno. Nel 1999 il capolinea toscano venne riportato da Livorno a Pisa. Negli anni novanta sono state utilizzate E636 e E646 con carrozze UIC-X, in livrea rosso fegato per poi seguire le evoluzioni del materiale rotabile e delle livree, utilizzando E464 con piano ribassato e successivamente con MDVE ed MDVC.




I modelli in scala (enne)

Per le caratteristiche costruttive e le livree delle 773 – 883 e rimorchiate vi rimando all'enciclopedico sito di Marco Ronchetti

https://scalaenne.wordpress.com/2016/11/05/aln-773-aln-873-ln-664-35xx-ln-779-aln-880-i/

Qui troverete anche le informazioni sui modelli prodotti, solo da appassionati, con motorizzazioni da associare (per esempio di Lineamodel).

Per le notizie tecniche su Ale 840 vi sarà d'aiuto il bel sito

https://www.marklinfan.com/f/topic.asp?TOPIC_ID=3205

Le Ale 840 e rimorchiate sono stati realizzate in scala n da LoCo

https://www.locomodels.it/it/elettrotreni/gruppo-ale-840/elettro-treno-ale-840-vers.-finestrini-kein-motrice-rimorchiata/

Nella scala sbagliata HO trovate i vecchi modelli GT, ormai di solo interesse collezionistico, dopo che ViTrains ha messo in vendita, dal 2010, i propri modelli di Ale 840 e rimorchiate. Solo GT invece per le Aln 773 - 873 e rimorchiate. 


sabato 2 gennaio 2021

CONSIST ADDRESS...GEMELLI DIVERSI

 

Un'opportunità offerta dai sistemi digitali ai modellisti ferroviari è la possibilità di controllare due o più motrici come fossero una sola. Nella realtà delle ferrovie americane l'uso della trazione multipla è frequente e pertanto i modellisti d'oltre oceano utilizzano il Consist Address molto più di quanto non facciano i fermodellisti europei.

Nella nostra realtà la trazione multipla è tipica dei servizi in spinta sulle linee di valico e comune nella circolazione delle automotrici. Qui vorrei raccontarvi di come ho realizzato un Consist Address per un treno di automotrici, mettendovi anche a parte di quanto ho imparato e delle domande che mi sono rimaste senza risposta.


domenica 12 aprile 2020

#iorestoacasa...a giocare


Il mio modo di giocare con i trenini non può prescindere da due aspetti: la socialità e l'esercizio.
In questi tempi di distanziamento sociale l'esercizio ferroviario come gioco di società è un poco sacrificato e quindi è d'obbligo inventarsi qualcosa.
Approfittando di un minimo di respiro nel mio primario ruolo di eroe, ritorna prepotente il desiderio di tornare a voi, pochi ma buoni lettori di questo blog, per mettervi a parte di un modo di giocare che abbiamo maturato io e un ristretto manipolo di ferroamatori. Modalità di gioco che spero possiate far vostra e, magari, utilizzare quando la natura ci obbliga a non poterci ritrovare per giocare insieme. 

venerdì 28 settembre 2018

ROLE PLAYER


I TRENINI SONO UN GIOCO DI RUOLO



Riprendiamo l'ultimo post in cui abbiamo visto come si svolge, in maniera verosimile, l'esercizio ferroviario nella nostra piccola stazione. Ora vogliamo non solo rispettare la verosimiglianza ma anche divertirci, interpretando quello che modernamente viene definito “Role player” ma che da bambini tutti abbiamo fatto rivestendo i panni di qualche personaggio magari all'interno di un gioco coinvolgente diversi nostri amici. Oggi con i nostri trenini giocheremo a macchinisti, capistazione, manovratori, ecc.
Ma da dove cominciamo?

sabato 9 gennaio 2016

Segnale di via libera

Segnale di via libera al 2016 e per divertirci con il nostro ovale. Nelle discussioni con amici modellisti o nei forum quando si parla di far muover i treni in modo realistico nasce il problema “dove metto i segnali e quali?” “Come muovo più treni contemporaneamente?” Penso che semplificare aiuta a giocare meglio e prima, senza scadere nella banalizzazione o realizzare situazioni lontane dalla realtà. Vedrete che per il nostro ovale saranno sufficienti poche e semplici regole per potersi divertire in compagnia rispettando quella prototipicità che ci sta a cuore.
Per prima cosa rileggetevi il post “Non prendeteci per il PILper rivedere come ottenere un orario che dia un senso al muoversi dei nostri treni; quindi coinvolgete vostro figlio (o figlia!) o un amico, una bella pulita ai binari, radunate i vostri rotabili intorno al piccolo ovale, e … segnale a via libera!

mercoledì 23 settembre 2015

ESELCIZIO ... DIGITALE



Avete ragione! Gli accadimenti della vita ci hanno tenuto lontani a lungo e voi aspettavate, come vi avevo promesso, di approfondire le modalità d'esercizio sul nostro ovale ormai aperto. Invece me ne esco con questa sparata vintage. Di nostalgico però c'è solo il saggio Ten nato dalla matita di Bonvi, perché parlare di digitale vuol dire approcciare uno strumento perfetto per far esercizio sul nostro plastico. Oltre a fare l'amore con il sapore, come dice il saggio c'è più sfizio se fate esercizio con il digitale!
Insomma, se ancora non avete considerato l'uso del DCC sul vostro (e sul nostro) piccolo plastico è giunto il momento di parlarne.



domenica 7 settembre 2014

Layout expansion pack


 Correva l’anno 1988 e tra gli avvenimenti importanti di quel anno, a parte la mia sudata laurea, un modellista inglese pubblicava sul numero 27 di “Model Railway Journal” un articolo dal titolo “Variation for fiddle - Cassette storage system alternative to conventional fiddle yard solutions”. In questo articolo Chris Pendlenton proponeva l’utilizzo di cassette mobili in sostituzione di un numero variabile di binari fissi a costituire la stazione fantasma o comunque il cosidetto “resto del mondo”...

domenica 1 giugno 2014

Non prendeteci per il ... PIL

Attività produttive e scambio di merci sui nostri plastici ci fanno divertire e sono in linea con quanto politici ed economisti vanno dicendoci da anni. Se poi dovessimo renderci  conto che il PIL è in realtà un grande inganno [ DEPILIAMOCI http://www.benessereinternolordo.net/joomla/index.php?option=com_content&task=view&id=8&Itemid=2 ], possiamo tenerci solo il divertimento. Nel libro, di cui ho postato la copertina, l’autore dice che “il cambiamento, quali che siano le motivazioni che ci spingono a volerlo, deve venire dentro di noi, e mi pare altrettanto evidente che dobbiamo esserne responsabili in prima persona“ ed è così che la penso anch’io. Anche se un po’ di autoironia non guasta  http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Quelo .

venerdì 7 febbraio 2014

Se lo conosci ... lo riproduci


A marzo 2014 saranno quindici anni che il trasporto combinato lago – ferrovia, da Lovere a Paratico e da qui a Palazzolo sull'Oglio, è cessato. Anche se allora la mia passione per i treni non era ancora matura, ho avuto la fortuna di vederlo in azione e ne sono rimasto incuriosito tanto quanto mi ha deluso vedere lo smantellamento dell'attracco di Rivatica.

sabato 14 dicembre 2013

NO ESERCIZIO...NO PARTY

Titolo ispirato alle feste natalizie che si approssimano e con esse, speriamo, un po' di tempo per il nostro amato hobby.
Dopo una pausa purtroppo lunga riprendiamo il nostro discorso lasciato in sospeso, riaffermando un concetto che ormai mi avete sentito esprimere più volte.
Lo scopo della ferrovia è trasportare passeggeri e merci da una località all’altra secondo le esigenze delle comunità umane. Quindi la realtà è fatta di linee ferroviarie da punto a punto ed è quello che stiamo cercando di riprodurre sul nostro plastico dove la nostra aspirazione è

giovedì 31 ottobre 2013

Sono per la separazione...scenica

Nel post precedente abbiamo cominciato a dar vita al nostro plastico ovale e casalingo, con l’obiettivo che sia divertente e cioè verosimile, sul quale poter simulare una vera ferrovia anche in uno spazio assai ridotto...

giovedì 5 settembre 2013

Apriamo l'ovale

Nel post dal titolo “Lo scopo della ferrovia” abbiamo visto un’interpretazione americana dell’ovale gestito “da punto a punto”. Per restare legati ad un modello più europeo proveremo ad affrontare la trasformazione del classico piccolo ovale in…

mercoledì 24 luglio 2013

Fermodellista non fa rima con ... collezionista

Ormai prossimo all’agognato “otium” desidero salutarvi con un post che, approfittando del riposo estivo, vorrei vi stimolasse serenamente ad alcune riflessioni. E’ un bel po’ che mi frulla per la testa il termine collezionista che, a dispetto delle desinenze, non fa rima con fermodellista (o ferromodellista http://www.ferromodellista.it come si definisce Giuseppe Risso). Sarà filosofia da ombrellone, sarà chiacchiera da bar ma...

venerdì 12 luglio 2013

L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEI … ROTABILI


Qui non si parla dello zen e l'arte del fermodellismo ma del perché e come appesantire i rotabili, carri e carrozze, che utilizziamo sul nostro plastico

domenica 7 luglio 2013

Esercizio sul plastico

Non lo nascondo: anch'io quando ho cominciato a dedicarmi al modellismo ferroviario non sapevo cosa fosse un esercizio ferroviario. Poi è scattato qualcosa

Progettare per l'esercizio

Vedremo come è possibile progettare (o riprogettare), un plastico sociale o un piccolo plastico di casa, perché sia possibile farvi esercizio ferroviario. Fare esercizio ferroviario vuol dire "operare" sul plastico ovvero far muovere i treni in una ferrovia modello che simula una ferrovia reale.

Lo scopo della ferrovia


Lo scopo principale nel progettare un plastico è dar vita alla ferrovia: più l’aspetto e la struttura sono vicine ad una ferrovia reale, più realistiche saranno le operazioni. La funzione di una ferrovia reale consiste nel

Prototipi e freelance


Automotrice SAFI sul plastico FREMO - N
Diamo un nome a tutto sul plastico. Anche se la raffineria di petrolio è solo una lattina riciclata e collocata accanto al raccordo, diamo un nome alla raffineria e alla città in cui si trova. Lo stesso vale per il mulino (scatola vuota di merendine) vicino alla linea. Ora stiamo consegnando carbone dalla miniera Coal alla acciaieria Steel,e non muoviamo soltanto i carri da "qui" a "là. Assegniamo un nome anche alla ferrovia.

Meglio piccolo...che niente

Il plastico di Lele





Quando si parla di misura, si sa i luoghi comuni sono tanti.
Comunque tutto dipende non dalle dimensioni ma da come lo si usa...