giovedì 5 settembre 2013

Apriamo l'ovale

Nel post dal titolo “Lo scopo della ferrovia” abbiamo visto un’interpretazione americana dell’ovale gestito “da punto a punto”. Per restare legati ad un modello più europeo proveremo ad affrontare la trasformazione del classico piccolo ovale in…


...una ferrovia da punto a punto.
Mettiamo alcuni punti fermi. Per prima cosa ritengo che la scala N sia l’ideale compromesso tra dimensioni ed operatività per un plastico domestico. Cosa si intende inoltre per piccolo? Negli USA si intende comunemente il classico ovale chiuso di 120 x 240 cm. In GB ed Europa invece queste misure sono considerate “grandi” ed il termine piccolo è utilizzato per plastici di profondità non superiore ai 30 – 60 cm (scaffale) senza la chiusura del circuito di binari ma con una yard (una serie di binari dove parcheggiare i treni in azione) nella quale i treni sono girati manualmente. In realtà anche negli USA  è comune un formato “door size layout” o “door way layout” (cioè delle dimensioni di una porta d’appartamento) che potremmo tradurre in italiano nelle misure di 200 x 80 cm. Per capirci meglio sta sul  tavolo della sala da pranzo e, dopo l’utilizzo, lo possiamo appendere dietro una porta dove non potremmo collocare un mobile.
In teoria non ci sono limitazioni circa il tema prescelto ma in pratica i layout che hanno una forte enfasi sulle operazioni di trasporto delle merci o che sono dedicati ("switching" layout) sono le scelte migliori se il layout deve essere piccolo perché forniscono una "sensazione realistica" e un funzionamento più vicino al prototipo. Le ragioni di ciò sono abbastanza semplici: le loco da manovra di solito sono corte, ed i carri merci di solito sono più corti delle carrozze passeggeri. Anche se fattibile evitate l’alta densità di binari che fanno molto giocattolesco. Per restare sul classico, europeo ed italiano, adotteremo il tema di una piccola stazione su una linea a singolo binario con magazzino merci e piccolo raccordo ad un insediamento produttivo.
Le linee a singolo binario non sono necessariamente appannaggio di linee secondarie ma possono essere linee importanti tipo la Pontebbana o la Pontremolese, a singolo binario fino ad alcuni anni fa, percorse anche da treni veloci e/o di rango.
La piccola stazione con binario di precedenza sarà l’elemento di scena. L’elemento centrale per l’esercizio realistico sarà un raddoppio di binari collocato sul lato opposto rispetto alla stazione. Questi due binari costituiranno quella che viene definita “stazione fantasma” il cui scopo è permettere l’avvicendamento in scena di treni diversi. Il segreto per un esercizio realistico è “aprire” l’ovale in corrispondenza della stazione fantasma così che i due binari divengono due località di arrivo e partenza e non un semplice reservoir di treni. In questo modo i treni partiranno da una stazione non in scena, transiteranno dalla nostra stazione, arriveranno ad un’altra stazione non in scena. Da quest’ultima partirà un altro treno per la nostra stazione dove transiterà per giungere a destinazione nella stazione non in vista. La stazione fantasma diviene così il resto del mondo la cui presenza, non in scena ma “sullo sfondo”, è indispensabile per un’esercizio realistico. Di fatto il raddoppio di binari resterà tale, a completare l’ovale ma diverso sarà il modo di intenderlo: non un binario di raddoppio per far si che i treni si sorpassino nei due sensi di marcia ma punto di arrivo e di partenza dei nostri treni che potremo mettere e/o togliere “a mano” dai binari della stazione fantasma, secondo l’orario che avremo studiato.

La stazione fantasma equivale al resto del mondo, non necessariamente una stazione precisa ma addirittura una serie di destinazioni ove devono giungere i nostri passeggeri e le nostre merci. Lo scopo di una ferrovia è infatti proprio quello di fare in modo che passeggeri e merci raggiungano le destinazioni desiderate.
Il termine “fantasma” non è casuale: faremo in modo che essa non sia visibile, guardando il plastico dal lato della stazione “in scena”, utilizzando un separatore scenico. Questo aumenta il realismo della scena, aggiunge verosimiglianza all’esercizio dal momento che un osservatore all’altezza della scena, non vede la destinazione e la provenienza dei nostri treni.

Nel prossimo post vederemo come realizzare questo separatore e quali possibilità abbiamo per realizzare la nostra stazione di scena ed il suo raccordo industriale.

Per chi volesse cimentarsi nel disegno del proprio plastico, personalmente uso SCARM, un software free, relativamente semplice, che permette di realizare anche edifici ed avere un rendering tridimensionale.

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