Nel post dal titolo “Lo scopo della ferrovia” abbiamo visto un’interpretazione americana dell’ovale gestito “da punto a punto”. Per restare legati ad un modello più europeo proveremo ad affrontare la trasformazione del classico piccolo ovale in…
...una ferrovia da punto a punto.
Mettiamo alcuni punti fermi. Per prima cosa ritengo che la scala N sia l’ideale compromesso tra dimensioni ed operatività per un plastico domestico. Cosa si intende inoltre per piccolo? Negli USA si intende comunemente il classico ovale chiuso di 120 x 240 cm. In GB ed Europa invece queste misure sono considerate “grandi” ed il termine piccolo è utilizzato per plastici di profondità non superiore ai 30 – 60 cm (scaffale) senza la chiusura del circuito di binari ma con una yard (una serie di binari dove parcheggiare i treni in azione) nella quale i treni sono girati manualmente. In realtà anche negli USA è comune un formato “door size layout” o “door way layout” (cioè delle dimensioni di una porta d’appartamento) che potremmo tradurre in italiano nelle misure di 200 x 80 cm. Per capirci meglio sta sul tavolo della sala da pranzo e, dopo l’utilizzo, lo possiamo appendere dietro una porta dove non potremmo collocare un mobile.
In teoria non ci sono limitazioni circa il tema prescelto ma in pratica i layout che hanno una forte enfasi sulle operazioni di trasporto delle merci o che sono dedicati ("switching" layout) sono le scelte migliori se il layout deve essere piccolo perché forniscono una "sensazione realistica" e un funzionamento più vicino al prototipo. Le ragioni di ciò sono abbastanza semplici: le loco da manovra di solito sono corte, ed i carri merci di solito sono più corti delle carrozze passeggeri. Anche se fattibile evitate l’alta densità di binari che fanno molto giocattolesco. Per restare sul classico, europeo ed italiano, adotteremo il tema di una piccola stazione su una linea a singolo binario con magazzino merci e piccolo raccordo ad un insediamento produttivo.
Le linee a singolo binario non sono necessariamente appannaggio di linee secondarie ma possono essere linee importanti tipo la Pontebbana o la Pontremolese, a singolo binario fino ad alcuni anni fa, percorse anche da treni veloci e/o di rango.


Il termine “fantasma” non è casuale: faremo in modo che essa non sia visibile, guardando il plastico dal lato della stazione “in scena”, utilizzando un separatore scenico. Questo aumenta il realismo della scena, aggiunge verosimiglianza all’esercizio dal momento che un osservatore all’altezza della scena, non vede la destinazione e la provenienza dei nostri treni.
Nel prossimo post vederemo come realizzare questo separatore e quali possibilità abbiamo per realizzare la nostra stazione di scena ed il suo raccordo industriale.
Per chi volesse cimentarsi nel disegno del proprio plastico, personalmente uso SCARM, un software free, relativamente semplice, che permette di realizare anche edifici ed avere un rendering tridimensionale.
Nessun commento:
Posta un commento