domenica 7 settembre 2014

Layout expansion pack


 Correva l’anno 1988 e tra gli avvenimenti importanti di quel anno, a parte la mia sudata laurea, un modellista inglese pubblicava sul numero 27 di “Model Railway Journal” un articolo dal titolo “Variation for fiddle - Cassette storage system alternative to conventional fiddle yard solutions”. In questo articolo Chris Pendlenton proponeva l’utilizzo di cassette mobili in sostituzione di un numero variabile di binari fissi a costituire la stazione fantasma o comunque il cosidetto “resto del mondo”...


Questa soluzione ha poi trovato molti estimatori, in particolare d’oltremanica ma anche in Francia e Stati Uniti. Declinata in molteplici varianti realizzative, con soluzioni costruttive talvolta fin troppo sofisticate ma comunque divenute patrimonio comune del modellismo ferroviario.
Nella teoria le ho conosciute attraverso un libro di Iain Rice, altro modellista inglese, che ne illustra l’utilizzo in plastici multipiano, a mensola e propone soluzioni semplici ed ingegnose ( http://books.google.it/books?id=0OPhguOzJlAC&pg=PA21&lpg=PA21&dq=cassette+Iain+Rice&source=bl&ots=Eobrnk2-mw&sig=cSZ9HJ3K9LZLyq2wN3IEV_xJtow&hl=it&sa=X&ei=cpALVJ3EIIuf7AbC2YCYBg&ved=0CCQQ6AEwAA#v=onepage&q=cassette%20Iain%20Rice&f=false ); in pratica le utilizziamo, in una forma particolare, sul plastico modulare Fremo N-Italia ( http://donato-scala-n.blogspot.it/2011/11/meeting-fremo-bolzano-2011.html ).
Grazie ai vantaggi che offrono sono intenzionato ad utilizzarle sul mio costruendo plastico.
Non è certo per questo motivo che ve ne parlo: le cassette mobili costituiscono una soluzione semplice ed efficace, laddove lo spazio è poco per un impianto fisso, per permettere l’uscita dal vostro plastico e l’ingresso in scena sul vostro plastico dei treni e quindi consentono un esercizio realistico anche quando lo spazio è tiranno. Perciò non solo rappresentano l’ennesima grande risposta alle scuse del modellista che accampa la mancanza di spazio per non giocare con i trenini, ma consentono addirittura un esercizio realistico anche utilizzando plastici piccoli.
A mio parere perché le cassette siano realmente efficaci devono essere costruite con modalità semplici, evitando soluzioni eccessivamente tecnologiche e/o complesse. La loro prima funzione è quella di permettere ai nostri treni di entrare ed uscire dal nostro plastico: un binario montato su uno spessore di legno, avendo cura di prevenirne l’imbarcamento, è la forma più semplice e immediata. Per assolvere alla propria funzione il binario della cassetta deve poter essere alimentato con le stesse polarità del plastico: anche qui consiglio soluzioni semplici. Fissare il binario alla cassetta con una basetta ramata o una lastrina avvitata al legno assolve alla duplice funzione di rendere più resistente alle manipolazioni l’estremità del binario e permette di saldare un filo (o spinotto o simili) per ciascun binario della cassetta e del plastico da collegare mediante due “coccodrilli”. Non è indispensabile rendere solidale la cassetta con il plastico (a meno che non sia sospesa fuori dal supporto cui è appoggiato il plastico): la cassetta può semplicemente essere tenuta accostata per per permettere il passaggio dei treni.
Adottando soluzioni semplici giocherete prima e, in caso di danneggiamenti, potrete più facilmente porvi rimedio. Materiali facili come il legno e la plastica sono alla portata di tutti senza richiedere attrezzi particolari e, volendo, potete utilizzare avanzi dalla costruzione del vostro plastico per realizzare delle prove senza particolari rimpianti in caso di errori; uno spezzone di binario potrà essere facilmente allineato con il resto del plastico. Soluzioni costruttive con alluminio, molto comuni presso alcuni modellisti, soffrono dell’utilizzo di un materiale non facile da lavorare e caratterizzato dalla cattiva conducibilità elettrica ( http://fairlightworks.narrowplanet.co.uk/page/19/ ).
La seconda funzione cui possono assolvere è quella di permettere la conservazione dei nostri rotabili, singoli o interi treni. In questo caso occorre aggiungere alla nostra cassetta qualche altro elemento adatto allo scopo. In primis le estremità vanno chiuse in maniera “amovibile” (un blocco rialzabile e solidale con le pareti, uno sportellino ad incastro, ecc.); è necessario dotare la cassetta di pareti verticali, che io preferisco in plexiglas trasparente attraverso il quale è possibile vedere quali rotabili sono parcheggiati nella cassetta. E ovviamente vanno spostate con attenzione e non ribaltate, quando vogliamo riporle. Qualora volessimo utilizzarle anche per il trasporto vanno realizzate con cura perché i rotabili in esse contenute non si muovano con il pericolo non solo di sganciarsi tra di loro ma di danneggiarsi.

Per quanto riguarda le possibilità offerte all’esercizio ferroviario ho alcune considerazioni da fare. Un treno che esce dal vostro plastico e viene accolto dentro una cassetta (“resto del mondo”) può rientrarvi con il corretto senso di marcia semplicemente girando la cassetta nel senso della sua lunghezza. Possiamo preparare più cassette contenenti i treni previsti dal nostro orario che entreranno sul nostro plastico provenienti dal “resto del mondo”; e altre cassette vuote destinate ad accogliere quei treni che, partendo dal nostro plastico raggiungeranno le altre destinazioni poste “fuori”.
Le cassette mobili costituiscono quindi una soluzione molto interessante in primo luogo quando lo spazio per il plastico è poco ed in particolare per i plastici a mensola o per sfruttare uno spazio promiscuo (l’ingresso alla stanza del plastico, per es.) quando giochiamo sul plastico; possono essere utilizzate per riporre i rotabili quando non utilizzati sul plastico; ci consentono, soprattutto sui plastici piccoli, di poter disporre del “resto del mondo” e perciò di fare esercizio.

Non ci sono più scuse...

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